giovedì 27 novembre 2014

Vico Equense – La scuola ancora una volta sotto la scure della spending rewiew


Con l’ultima delibera approvata nel consiglio comunale del 26 novembre scorso, il Comune ha completato l’opera del dimensionamento scolastico  iniziata nel 2009. Diventano due infatti i poli scolastici, uno facente capo alla Zona Costiera, ovvero Vico Centro, e l’altro alla zona collinare, lasciando fuori, cioè dislocandolo in un unico polo con la Scarlatti, il Circolo Didattico "Giovanni Pascoli" di via Sconduci.
Il pullulare di leggi, a partire dalla sciagurata riforma Gelmini, seguendo una logica di risparmio e razionalizzazione delle risorse, ha determinato in pochi anni la chiusura di un numero sterminato di plessi scolastici su tutto il territorio nazionale. Anche Vico Equense è caduta sotto la mannaia delle nuove norme e negli anni ha visto morire plessi gloriosi come quelli di Ticciano e Montechiaro. Piccole scuole perfettamente attrezzate dove i bimbi trovavano ottima accoglienza senza dover affrontare spostamenti impervi.  La chiusura di questi plessi determinò la rivolta delle famiglie che occuparono, tra vezzi e lazzi del resto della popolazione, i locali dei plessi restando all’addiaccio persino di notte. Ma non ne ricavarono niente.
In quel caso vi fu infatti poca solidarietà verso i ticcianesi e gli abitanti di Montechiaro. Il resto dei cittadini assorbì il dimensionamento con nonchalance e i plessi furono chiusi senza troppo dolore da parte di chi non si vedeva sacrificato dal nuovo assetto. Ma si creò una ferita all’interno delle comunità interessate che ancora oggi viene ricordata con dolore.
Oggi ad essere sacrificata è l’ottima scuola media di Massaquano, che farà posto ai piccoli della materna che al momento hanno a disposizione una sede piuttosto disagiata. I ragazzini delle medie dovranno dunque trasferirsi in collina oppure in centro, a loro scelta. Ciò è dovuto al fatto che la media di Massaquano subirà, secondo gli studi statistici del Comune, un progressivo calo delle iscrizioni. Hanno un futuro in espansione solo Arola e naturalmente la “Caulino” di Moiano, tanto cara al sindaco Gennaro Cinque. A proposito della Caulino sarà bene ricordare che era l’unica scuola destinata alla perdita della dirigenza nell’elenco stilato dalla Gelmini in quanto conteneva meno di 500 alunni. Con sapiente scienza e onniscienza il Comune ha saputo muovere le pedine giuste per evitare questa sciagura e far diventare la Caulino un Istituto Comprensivo che conterrà la bellezza di 1217 alunni, la cui dirigenza avrà quell’autorevolezza di cui tanto ha parlato l’assessore Di Martino durante il Consiglio Comunale, che la metterà al sicuro da qualsiasi  futura spending rewiew.
Naturalmente i cittadini di Massaquano non sono contenti di questo nuovo assetto. La loro scuola media è un’eccellenza. L’Invalsi, cioè l’ente del Ministero della Pubblica Istruzione deputato alla valutazione dei risultati conseguiti nelle singole scuole, valuta la media di Massaquano tra le migliori scuole nazionali. Ma tant’è, ragioni che nulla hanno a che vedere con la didattica e i successi conseguiti obbligano gli alunni a sloggiare, cambiare insegnanti, spostarsi ogni giorno coi bus scolastici. A nulla vale ricordare che non sono ancora superati i margini che imporrebbero un nuovo dimensionamento e c’era la possibilità di aspettare tempi migliori.
Viene da chiedersi, come ha giustamente suggerito il Consigliere di minoranza Giuseppe Cioffi, perché non chiudere la media di Arola. Questa scuola aperta qualche anno fa con un intervento edilizio molto discutibile, è visibilmente sovraffollata contenendo tre ordini di scuola, dall’infanzia alla media. Le aule sono piccole, non vi sono vie di fuga adeguate. Ma evidentemente faceva comodo decidere nel senso voluto dall’Amministrazione Comunale, per confermare invece che correggere gli errori del passato.
In realtà con la nuova delibera si completa il vecchio disegno dell’Amministrazione Cinque, ridurre a due Istituti Comprensivi l’intera popolazione scolastica, per risparmiare qualcosa e chiudere definitivamente il discorso, adeguandosi a quello che è ormai diventato l’imperativo generale, sacrificare tutto a beneficio di un’economia sempre più chiusa su se stessa e molto lontana dal benessere e dalle aspettative dei cittadini 
Maria D’Ordia per "Il Gazzettino Vesuviano"

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